Al fine di restituire al pubblico una delle realtà archeologiche più affascinanti della Campania si è avviato nel 1994 il progetto Kyme, promosso dall’allora Soprintendenza per i Beni Archeologici delle province di Napoli e Caserta, finanziato della Regione Campania con fondi europei, che ha coinvolto alcuni dei più prestigiosi enti di ricerca partenopei: all’Istituto Universitario Orientale è stata affidata l’esplorazione della cinta muraria e dell’abitato; al Centro J. Berard l’indagine della fascia costiera e delle necropoli; all’allora Dipartimento di Storia Ettore Lepore, ora Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi di Napoli Federico II l’indagine dell’area del Foro, il centro amministrativo, giudiziario e religioso della città in età romana e degli spazi pubblici della colonia greca.

Lo scavo archeologico federiciano, condotto dal 1994 al 2008 in convenzione e dal 2012 in regime di concessione ministeriale, ha permesso di ricostruire la fisionomia del complesso monumentale nella sua fase di funzionamento in età imperiale. La piazza restituita su un rettangolo di m. 130 x 42 appare dominata sul lato orientale dall’imponente mole del Capitolium, la sede del culto di Giove, Giunone e Minerva; mentre i restanti tre lati sono racchiusi da un porticato, di cui si è messo interamente in luce il tratto meridionale con i retrostanti edifici e parte di quello settentrionale. Contemporaneamente sono individuati importanti elementi sull’impianto dell’agorà ellenistica e si sono documentate le vicende di degrado e abbandono della piazza nella fase tardo antica e bizantina (V-VI sec. d.C.).

A distanza da poco più di venticinque anni dall’avvio della stagione di scavo si sente più che mai la necessità di operare una riflessione a tutto campo sui risultati finora conseguiti per riformulare e calibrare i nuovi obiettivi della ricerca. Grazie anche alla collaborazione offerta da altri settori di ricerca di ateneo l’indagine dell’area archeologica è in grado di proseguire con nuove metodologie, sistemi multicriteriali e capacità diagnostiche nuove.

Il sito di Cuma rappresenta un caso di indagine unico nel panorama della ricerca archeologica europea. L’area urbana della città antica risulta per buona parte non occupata da strutture edilizie moderne ed è perfettamente riconoscibile nel tessuto paesaggistico odierno. Pari attenzione sarà offerta agli altri siti dell’area flegrea.

Nel corso di tre giornate il dibattito sarà articolato in queste sezioni:

– mito e letteratura

– memoria dell’antico

– storia, economia e società

– sviluppo urbanistico

– modi e strutture e forme dell’abitare

– materiali, modelli e tecniche dei manufatti ceramici e lapidei

– risorse del territorio tra antichità e contemporaneità

Questi temi saranno affrontati e dibattuti da docenti e giovani ricercatori afferenti alle diverse strutture di ricerca degli atenei campani e da studiosi di provenienza internazionale.

Il confronto tra esperienze diversificate costituisce un valore aggiunto allo studio dell’archeologia flegrea che può e vuole essere anche volano di rilancio della compagine sociale ed economica contemporanea.

11 maggio 2022 ore 10.00
Napoli, Complesso dei SS. Marcellino e Festo
Largo San Marcellino 10

12 maggio 2022 ore 9.00
Napoli, Complesso dei SS. Marcellino e Festo
Largo San Marcellino 10

13 maggio 2022 ore 9.00
Pozzuoli, Rione Terra, Palazzo Migliaresi

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