Turismo Sociale

da | Feb 4, 2020

Il termine turismo sociale ha fatto la sua prima comparsa nel XX secolo, tra la fine degli anni ’40 e l’inizio degli anni ’50.

Tale termine indicava le attività turistiche promosse da organizzazioni che operavano senza fini di lucro a favore dei ceti popolari.

In un’accezione più recente di turismo sociale, esso è visto come un servizio sociale, inteso come momento d’incontro, di relazione e di scambio di esperienze reciproche e di culture tra persone di città e regioni diverse; inoltre nella pratica turistica il turismo sociale è inteso come momento di affermazione e recupero della propria personalità, in tempi e spazi diversi.

In conclusione una definizione esaustiva di turismo sociale deve fondarsi su tre componenti di base:

  • Le persone che lo praticano per vari motivi, quali economici, fisici, culturali, politici, religiosi, ecc. non vedono garantito il diritto “inalienabile” alle vacanze.
  • Le persone che si occupano dell’organizzazione del turismo sociale non devono avere fini di lucro, o che almeno devono porsi come traguardo esplicito quello dell’accessibilità economica alla pratica turistica del maggior numero di persone.
  • Il turismo sociale deve avere un contenuto (educativo, esperienziale, relazionale, solidale e sociale) fortemente caratterizzante.

La nostra idea di turismo sociale risponde alla necessità di socializzazione e incontro insita nella società stessa. Si tratta di un momento di arricchimento culturale e personale, di promozione delle diversità culturali, un’azione mossa da un grande valore morale da parte degli enti impegnati in tal senso. Per questo fin dalla nostra nascita abbiamo attivato collaborazioni con tantissimi enti del terzo settore, per sviluppare una rete di solidarietà legata al turismo.

I tre punti cardine su cui si basa la nostra idea di turismo sociale sono

  1. sociale, ovvero accessibile a tutti
  2. economica, senza nessuna discriminazione dovuta a fattori di reddito
  3. ambientale, nel pieno rispetto della natura