La Selva Gallinara di Cuma.

Ci fu un tempo in cui tra Cuma ed il Volturno, sorgeva incontrastata una vasta e fitta foresta, di cui oggi rimangono due grosse e distinte porzioni, da un lato quella conosciuta come la Pineta di Castel Volturno, e dall’altro la Selva Gallinara, che abbraccia le spiagge di Cuma; e fu proprio su quelle spiagge, che nella metà dell’VIII secolo a.C. gli Eubei di Calcide fondarono Kýmē. Approdando sulle dune sabbiose, scorsero per la prima volta una terra dalle caratteristiche del tutto singolari, che, ancora oggi, dopo secoli, si mostra a noi in un biosistema unico.

Caratteristiche.

La Selva, nata su terreni vulcanici del primo e secondo periodo flegreo, appare di carattere steppico nei pressi delle spiagge romane, la macchia mediterranea ricopre parte delle dune con fiori di Cisto, circondati da arbusti di Lentisco e Fillirea, per poi tingersi di giallo acceso durante i periodi di fioritura della Ginestra. Spingendoci nell’entroterra, inizia la boscaglia di Leccio, la stessa che nella metà del primo secolo a.C. fu usata da Pompeo per costruire la flotta durante la Guerra civile Romana; queste querce hanno subito nei secoli l’effetto dei venti provenienti dal mare, ad oggi si mostrano basse e rachitiche, donando al sottobosco un aspetto quasi fiabesco. Tuttavia è nel cuore del bosco, che la Foresta di Cuma ci mostra la sua vera natura, infatti numerosi acquitrini spuntano tra i Rovi ed i Pungitopo, piccoli specchi d’acqua, che un tempo, la Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus) popolava con tale intensità da spingere le popolazioni locali a trarne ispirazione per dar nome all’intera macchia, coniando la Silva Gallinara.

L’Avifauna.

L’aspetto palustre è poi diminuito con gli anni, specialmente dopo le bonifiche effettuate nel 1932, cancellando quasi del tutto la presenza della Gallinella, tuttavia la Foresta rimane abitata da svariate specie di avifauna, come l’Upupa, il Falchetto, l’Occhiocotto, il Barbagianni, la Civetta ed in alcuni periodi si può notare anche la presenza dell’Airone cinerino. I vari ambienti, seppur estremamente diversi da loro, appaiono convivere da secoli in un equilibrio delicato ma funzionale, concedendo un’immensa varietà di risorse, che hanno segnato la storia delle civiltà stabilitesi sul territorio cumano, e che ancora oggi si mostrano a noi, in un’oasi naturalistica colma di storia, ed assolutamente unica nel suo genere.