Ischia – Castello Aragonese

La costruzione del primo castello risale al 474 a.C. sotto il nome di Castrum Gironis, ovvero “castello di Girone”, in onore del suo fondatore. La fortezza fu occupata dapprima dai Partenopei, e in un secondo momento dai Romani che lo utilizzarono come fortino difensivo. Per far sì che divenisse un rifugio sicuro per la popolazione, la struttura subì una prima trasformazione, ma si deve agli Aragonesi la moderna fisionomia del castello: Alfonso V d’Aragona diede vita ad una struttura che riprendeva quella del Maschio Angioino di Napoli.

Con le sue poderose mura e fortificazioni, quasi tutto il popolo d’Ischia trovava rifugio e protezione durante le incursioni piratesche. Il periodo di massimo splendore della struttura si ebbe alla fine del XVI secolo, periodo in cui furono celebrate le nozze tra Fernando Francesco d’Avalos, e la poetessa Vittoria Colonna. La presenza di quest’ultima coincise con un momento culturale molto positivo per Ischia, con la presenza di rinomati artisti come Michelangelo Buonarroti, Ludovico Ariosto e Giovanni Pontano.

Nella seconda metà del Settecento, cessato il pericolo dei pirati, la gente cominciò ad abbandonare il castello, e a dedicarsi alle attività economiche principali: l’agricoltura e la pesca. Nel 1823 Ferdinando I, re delle Due Sicilie, riconvertì la fortezza a luogo di pena per gli ergastolani e trasformò le stanze in alloggi per le guardie carcerarie. A partire dal 1851, il castello divenne prigione per i cospiratori contro il Regno delle Due Sicilie, fino al 1860, quando Ischia fu annessa al Regno d’Italia e il carcere politico fu soppresso.

Nel giugno 1912 l’amministrazione del demanio pose il castello aragonese in vendita all’asta. Da allora l’isola è gestita da privati, che ne curano i restauri e la gestione.