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Il Monte Nuovo è l’ultimo vulcano nato in Europa.

 

Simbolo della dinamicità dei Campi Flegrei, è la prova di come il territorio si evolva e non sia una semplice fotografia, ma il risultato di violenti eventi naturali che l’uomo non può dominare. Il Monte Nuovo, con i suoi 180 metri d’altezza, sorge al centro del Golfo di Pozzuoli, e con la sua eruzione del 1538 ne ha cambiato per sempre la morfologia.

LA GENESI DEL MONTE – La sua nascita durò sette giorni. Sette giorni durante i quali il cratere eruttò tre volte, e distrusse il villaggio di Tripergole assieme a diverse testimonianze archeologiche del periodo imperiale. L’eruzione inoltre chiuse anche il collegamento col mare del Lago d’Averno e ridusse del 90% la superficie del Lago Lucrino, che oggi resta una piccola laguna. L’eruzione benchè distrusse un intero villaggio non provocò direttamente vittime. Gli unici morti infatti furino alcuni curiosi che dopo i primi eventi eruttivi si recarano sul cratere e vennero travolti da un nuovo fenomeno. Nonostante tutti questi sconvolgimenti l’eruzione del 1538, l’ultima avvenuta nei Campi Flegrei, non fu assolutamente la più violenta, anzi va annoverata tra le più “leggere” della tormentata storia geologica di questa terra.

 

L’oasi del Monte Nuovo.

Oggi il Monte Nuovo è un Oasi Naturalistica del Comune di Pozzuoli, dove si alternano una moltitudine di ambienti. La maggior parte del colle è coperto dalla pineta, mentre il versante occidentale che conduce al Lago d’Averno racchiude una fitta lecceta. Il fondo del cratere, dove si verifica il fenomeno dell’inversione vegetazionale, è caratterizzato da una vegetazione tipica delle zone umide, che diventa macchia mediterranea risalendone i versanti fino alla cima, più arida. L’ambiente più affascinante è sicuramente quello delle fumarole, da dove si domina tutto il Golfo di Pozzuoli e dove il paesaggio è segnato dall’attività vulcanica, che permette solo alle piante più resistenti ed adattabili di sopravvivere in un ambiente talmente difficile.

LA DISCESA AGLI INFERI – Interessante da un punto di vista naturalistico e mitologico, la “Discesa agli Inferi”, il sentiero che, incamminandosi nella fitta vegetazione, dalla cima del cratese porta fino a giù al Lago d’Averno. Specchio d’acqua considerato dai poeti classici come uno degli ingressi al regno dei morti. Visione questa ripresa anche da Dante che collocò qui l’ingresso agli inferi.