Il Macellum Puteolano.

 

Il “Tempio di Serapide”, così è incautamente chiamata la struttura quadrangolare di origine romana riportata alla luce intorno al 1750. Ancora in quegli anni le tre colonne centrali affioravano dal piano di calpestio per alcuni metri, tutti sapevano che sotto  doveva esserci qualcosa di molto antico.

Il ritrovamento della statua di Serapide fece pensare ad un tempio dedicato alla divinità, dalle sorgenti ancora oggi individuabili si passò ad immaginare un luogo termale ed infine è ormai da tutti ritenuto un “macellum”, cioè un mercato. Nel museo dei Campi Flegrei, sito nei locali del castello aragonese di Baia, è esposta la puntuale ricostruzione plastica del “tempio”. Grandi e costosissime colonne, statue in onorificenza a divinità e imperatori, abbondanti rivestimenti e pavimentazione di marmi pregiati, una elegantissima fontana e una solenne facciata posta di fronte all’ingresso.

Pensare ad un mercato e vedere massaie intende a fare la spesa in questo aristocratico ambiente, presuppone uno sforzo di fantasia veramente improbo. Tuttavia le statue poste a protezione dello scambio fortunato non ammettono dubbi, quei luoghi erano preposti alla contrattazione commerciale. Duemila anni prima del Cis di Nola, Puteoli aveva ideato e costruito il suo centro di smistamento merci servito da un grande porto.

Termometro del bradisismo. Sulle tre alte colonne centrali si possono osservare fori provocati da molluschi marini, indicano che per un certo tempo sono restate sotto il livello del mare. L’osservazione del tempio ha molto aiutato gli studi sul bradisismo.