Oggi, 16 novembre, Pozzuoli celebra il suo santo patrono: San Procolo.

Il nome sembrerebbe avere una doppia derivazione: una romana dal nome Proculus, proveniente dal termine procul, che si rifà al concetto di “lontananza”. Veniva infatti usato originariamente per indicare bambini nati mentre il padre era lontano. Una seconda derivazione sembra essere quella greca, con il nome Procolo utilizzato come variante di Proclo. In Italia il nome è scarsamente diffuso, utilizzato quasi esclusivamente nella città di Pozzuoli. Broccolo e Broccola sono, invece, due forme dialettali tipiche dell’Agro Romano, ormai cadute in disuso.

Chi era Procolo?

È stato un diacono cristiano, nato probabilmente a Pozzuoli nel 273 circa, e vissuto al tempo delle persecuzioni perpetrate dall’imperatore Diocleziano. Fu infatti uno dei sette martiri condannati a morte, e decapitati nel 305 nei pressi della Solfatara, insieme a San Gennaro. Durante la persecuzione dell’imperatore, quest’ultimo si trovava infatti a Pozzuoli, e il diacono Sossio, Festo e il lettore Desiderio, si recarono più volte a fargli visita. Lo stesso Sossio fu però scoperto dai pagani e denunciato al giudice Dragonzio. Gennaro, Festo e Desiderio, nel tentativo di fargli visita, furono scoperti, confessarono di essere cristiani e dunque condannati a morte. A questo punto del racconto compaiono i tre puteolani, il diacono Procolo ed i laici cristiani Eutiche ed Acuzio, i quali protestarono contro la condanna e dunque condannati alla stessa pena degli altri. La condanna fu inizialmente sospesa, forse per l’assenza del governatore stesso, o perché il popolo dimostrò simpatia verso i condannati. Secondo altri, invece, gli animali si inginocchiarono al cospetto di San Gennaro, invece che sbranarli. La pena fu in ogni caso solo rimandata, e il 19 settembre del 305 i martiri furono decapitati.

Celebrazioni del culto

La Chiesa cattolica, come riporta il Martirologio romano, celebra San Procolo come santo il 18 ottobre assieme ai suoi compagni Eutiche e Acuzio. Fu un decreto della Sacra Congregazione dei Riti che, nel dicembre del 1718, posticipò la celebrazione al 16 novembre poiché nel mese di ottobre gran parte dei puteolani erano impegnati col lavoro nei campi. Durante la celebrazione e quella al termine della processione della seconda domenica di maggio al santo patrono era dedicato un inno: «Oh San Procolo protettore, beato martire del Signore, alla Vostra gran potenza ricorriamo con confidenza, impetrate a questa città viva fede, ferma speranza e perfetta carità.»

San Procolo nell’arte puteolana

È possibile ritrovare una rappresentazione del Santo in due dei tre dipinti seicenteschi, conservati all’interno del Tempio-Duomo di Pozzuoli, e realizzati dalla pittrice Artemisia Gentileschi. Nel primo, posto in alto a sinistra rispetto all’altare, ritroviamo la raffigurazione di San Procolo e sua madre Nicea. Nel secondo, posto sempre sul lato sinistro, lo ritroviamo inginocchiato, in posa di venerazione verso il vescovo Gennaro durante il miracolo dell’anfiteatro Flavio.

Immagine di copertina tratta dal Menologio di Basilio