In questi giorni, Piazza del Plebiscito a Napoli, si è svegliata con qualcosa di insolito: una scultura, posta nei pressi del Palazzo reale, che ha suscitato grande interesse nei passanti e un’immediata diffusione sui canali social.

L’opera, dal valore di 1 milione di euro, rappresenta un feto di un bambino in catene.

Un soggetto molto forte volto a portare l’attenzione alla drammatica situazione attuale, nella quale versa la società a causa della pandemia da Covid-19. Una società oppressa dalla mancanza di certezze e garanzie sul futuro, spaventata da una povertà sempre più diffusa che potrebbe colpire soprattutto le categorie più fragili.

“Look-down” è il titolo, un gioco di parole che invita proprio a guardare verso il basso, ad ascoltare i bisogni dei cittadini che si sentono sempre più spaesati, e a non lasciare le loro richieste inascoltate. Guardare alla fragilità di un bambino che ha bisogno di essere protetto, con alle spalle Piazza del Plebiscito che sembra quasi essere il suo grembo.

Ma chi è l’artista?

Jacopo Cardillo, conosciuto come Jago, artista e scultore italiano. Nato a Frosinone nel 1987, dove ha frequentato il liceo artistico e poi l’Accademia di Belle Arti, attualmente vive a New York, lavorando tra USA, Cina e Italia. Nella sua ricerca artistica risulta evidente l’influenza dei grandi maestri del Rinascimento, come il rinomato Michelangelo, a cui qualcuno lo ha addirittura paragonato. Senza dubbio la sua attenzione per i particolari e la resa realistica dei suoi personaggi sono davvero impressionanti. A soli 24 anni è stato selezionato da Vittorio Sgarbi per partecipare alla 54a edizione della Biennale di Venezia, dove ha esposto il busto in marmo dell’allora Papa Benedetto XVI, per il quale nello stesso anno ha ricevuto la Medaglia Pontificia. Tra le sue opere più significative c’è “Habemus Hominem”, realizzata dopo le dimissioni di Papa Ratzinger, a seguito delle quali Jago scolpisce nuovamente la scultura originale del 2009, rappresentando il Pontefice stavolta nudo quasi a volerlo spogliare della sua “santità papale”. Il tema del bambino come soggetto non è per lui nuovo. Nel 2018, infatti, Jago si trasferisce a New York per realizzare l’opera intitolata “Figlio Velato” per la città di Napoli, ispirandosi al grande artista Giuseppe Sanmartino, autore del Cristo Velato della Cappella Sansevero. L’opera è attualmente esposta in maniera permanente nel quartiere Sanità all’interno della Cappella della Chiesa di San Severo fuori le mura. Ancora, nel 2019, in occasione della missione guidata da Luca Parmitano, Beyond dell’ESA, European Space Agencies, Jago è stato il primo artista ad inviare una scultura in marmo nella stazione spaziale internazionale. La scultura, intitolata “The First baby”, raffigura anche in questo caso il feto di un bambino. Un artista particolarmente talentuoso, senza alcun dubbio, che riesce a scuotere la coscienza di chiunque osservi le sue opere così drammaticamente vive.