Alla scoperta delle piante officinali e del loro utilizzo in cucina.

Sin dalla preistoria, l’umanità è sopravvissuta generando le proprie risorse da caccia e raccolto, ed ancor prima che l’agricoltura diventasse stabile e programmata, la raccolta delle erbe selvatiche, era per noi, la seconda maggior fonte di nutrimento che la terra potesse fornirci.
Il pianeta su cui viviamo è sicuramente mutato, ma molte delle piante di allora, si ritrovano ancora oggi, sui terreni incolti, nei boschi, e nelle aiuole ai bordi delle strade.
La nostra macchia mediterranea, dal canto suo, ci offre una vastissima varietà di erbe officinali, molte delle quali, all’epoca, considerate estremamente pregiate.
Passeggiando tra i Campi Flegrei ci si può imbattere nel Mirto, specie aromatica considerata sacra a Venere, da cui si ricavano oli essenziali, se ne lavorano le bacche per produrne il famoso liquore; sui vecchi percorsi borbonici del cratere di Miseno si rinviene l’Artemisia, conosciuta per essere la base dell’assenzio, in alcune varietà si dimostra essere perfettamente commestibile, con ottime proprietà digestive; salendo invece sulle pendici del giovane cratere di Montenuovo, possiamo tendere le nostre mani e raccogliere i corbezzoli maturi, mangiarli direttamente dalla piante, o conservarli per farne un ottimo liquore; sulle sponde dell’averno crescono rigogliosi, vicino il Tempio di Apollo, piante di Capperi, che possono essere aggiunti alle pietanze quotidiane.
Questi tuttavia sono solo pochi esempi, tra le dozzine di piante utilizzabili che possiamo trovare camminando sul nostro territorio, tra le più famose, l’Alloro, il Biancospino, il Ginepro, la Salsapariglia, il Lentisco, il Tarassaco, a finire sulle meno conosciute, come la Portulaca o il Lampascione.
Ma la verità è che la cultura della cucina antica, delle erbe spontanee, sembra essere destinata a svanire, schiacciata dalle abitudini moderne, di una cucina pronta, che arriva sul nostro tavolo direttamente dalle lunghe filiere dei supermercati, sempre meno si conosce la potenzialità di quelle ‘’erbacce’’ che vengono strappate via dai nostri giardini perché considerate erroneamente inutili.
La natura ci ha sempre fornito senza chiedere nulla in cambio, il sostentamento per vivere in equilibrio con essa, bisognerebbe far tesoro, e conservare attraverso i secoli, la cultura antica che ci ha permesso evolverci fino ad oggi, in quello che siamo.
Seguiteci nei nostri itinerari naturalistici, per vedere da vicino ed imparare a riconoscere le piante della macchia mediterranea, riscoprendo l’importanza del rapporto tra noi ed i doni della terra.

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