Un lago nato dalle ceneri di un vulcano. Il Lago d’Averno, di origine vulcanica appunto, è l’unico d’acqua dolce tra i quattro laghi flegrei. Il nome contrasta con il suo aspetto attuale: deriva infatti dal greco antico “aornon”, senza uccelli, per la presenza di esalazioni sulfuree che impedivano il volo a qualsiasi uccello vi si avventurasse. Esauritasi la sua attività vulcanica, oggi è uno degli ambienti più ricchi d’avifauna della Città Metropolitana di Napoli, riconosciuto a livello europeo. È chiuso tra le colline formate dalla sua eruzione, il recentissimo Monte Nuovo ed il Lago Lucrino. Passeggiare al suo interno vuol dire raggiungere un luogo mitico, lontano dalla città. L’ambiente sulfureo ed inospitale del lago gli valse la fama di luogo magico, intoccabile durante il dominio greco. Virgilio vi collocò la porta degli Inferi, che Enea varcò per raggiungere il Regno dei morti. La sacralità del lago venne meno quando i romani vi costruirono il Portus Julius. Tracce delle civiltà antiche sono rinvenibili lungo le sue sponde, dove sorgono il Tempio di Apollo e due tunnel militari.